Ritmo e ritualità. 

Due elementi fondamentali per un armonioso accompagnamento al sonno.

 

Il neonato umano è un portento della natura. Dormendo una media di diciotto ore al giorno è in grado di far sì che i suoi genitori ne dormano a malapena tre o quattro.

CARLES CAPDEVILA: Giornalista, attore e scrittore spagnolo. Ha messo in scena spettacoli molto divertenti, affrontando il tema dell’educazione in modo leggero e umoristico.

 

Quante volte, durante i colloqui con le famiglie, ci siamo trovate davanti a genitori preoccupati perché non riescono a mettere a letto il loro bambino ad un orario adatto alla loro età?

Andare a nanna, lo sappiamo benissimo, è uno dei momenti in cui viene messa più a dura prova la nostra pazienza.  I bambini tendono sempre a rimandare quel momento (ancora un cartone, ancora una fiaba, aspetto papà che arrivi, ecc.). Noi siamo stanchi, non vediamo l’ora di stenderci sul divano e rilassarci insieme al nostro compagno o compagna ma, di contro, ci sentiamo in colpa perché abbiamo dovuto lasciare il bambino tutto il giorno all’asilo o dai nonni e allora vogliamo sopperire a questa mancanza stando con loro il più a lungo possibile, creando così un circolo vizioso da cui è difficile uscire.

Ci sono alcune cose da sapere per quanto riguarda il sonno dei bambini, che sono molto importanti e ci faranno, spero, capire quanto sia fondamentale questo aspetto, al punto da farci superare i sensi di colpa per averli lasciati, sapendo che, interiorizzando questi concetti, facciamo loro del bene che si rifletterà nella loro crescita futura e nella loro vita di adulti.

Per l’essere umano, ma soprattutto per i bambini, è molto importante il ritmo veglia e sonno. Dobbiamo sapere che se siamo svegli siamo fuori da noi nel mondo, quando invece chiudiamo gli occhi siamo dentro noi stessi. Le pause sono fondamentali, specialmente nei bambini nel primo settennio, che non hanno ancora il corpo fisico completamente formato. Nel sonno perdiamo la coscienza e ripariamo i danni che abbiamo fatto durante il giorno; questo porta salute anche al corpo fisico ma se questo non avviene il corpo animico sovraeccitato sclera e i bambini diventano nervosi e capricciosi.

Se, in questa fase della vita, il sistema neurosensoriale viene sovraeccitato il bambino non riesce a staccarsi dal mondo e pertanto non potrà abbandonarsi al sonno. Dalla mancanza di un sano ritmo sonno veglia si possono sviluppare anche alcune patologie, ad esempio la psoriasi, che può essere proprio un sintomo del sistema neurosensoriale stressato.

Il ritmo del sonno e della veglia è un ritmo che agisce sulla sfera dell’anima. Pensiamo solo all’effetto che ha su di noi adulti. E’ meraviglioso svegliarsi al mattino freschi e riposati con un ampio respiro del corpo e nell’anima e ben disposti verso il prossimo. Poi continuiamo la nostra giornata con tutte le incombenze, vestirsi, mangiare, lavorare e portare avanti la nostra vita, per arrivare la sera stanchi e desiderosi di uscire di nuovo dai confini della coscienza limitata del nostro corpo.

Nel libro “Tutti a letto” di Alvaro Bilbao, autore anche di “Il cervello del bambino spiegato ai genitori”, dice che ogni notte, mentre dormiamo, avvengono diversi processi fisiologici importantissimi. Innanzi tutto durante il sonno il sistema immunitario raggiunge la massima funzionalità, affinché il corpo ripari i danni provocati dalle tossine, dall’ossidazione o dai virus. In secondo luogo il sonno riveste una funzione essenziale nell’apprendimento. Quando dormiamo il cervello immagazzina nella memoria a lungo termine informazioni rilevanti per la nostra sopravvivenza. Dormire è strettamente legato all’apprendimento e allo sviluppo cerebrale, importante a qualunque età ma essenziale durante tutta l’infanzia.  Le funzioni cerebrali arrivano esauste alla fine della giornata e anche il nostro organismo; il sonno ci premette di sperimentare ogni mattina una sensazione di rinnovamento, freschezza e benessere per il solo fatto di aver riposato.

“Svegliandoci al mattino rientriamo in noi stessi e ci occupiamo solo di noi. Andando a dormire ci abbandoniamo, lasciando che il nostro essere si fonda ed entri negli altri. Darsi e incontrarsi, riceversi ed essere soli, è un ritmo che respira.”

Quanto più piccolo è il bambino, tanto più importante, per la sua cura corporea, è muoversi entro ritmi stabiliti.  I bambini non andrebbero mai letto se non tardi e non si spengono mai. Siamo noi adulti che dobbiamo aiutarli a spegnersi, che sappiamo quando è ora di andare a letto. Non dobbiamo attendere che arrivino allo sfinimento, dobbiamo anticipare, e di tanto, questo momento. Ogni bambino in età da scuola materna dovrebbe dormire (contando il riposino pomeridiano per chi lo fa ancora) almeno 11-12 ore per essere carico e in forze. La quantità di ore diminuisce progressivamente fino alle otto ore che idealmente dovrebbe dormire un adolescente o un adulto. Quando aiutiamo i nostri bambini ad addormentarsi, loro osservano come facciamo e imparano il modo per rilassarsi e per prendere sonno da soli; in questo modo insegniamo loro a trovare la calma, la fiducia e il riposo per tutta la vita.

Un consiglio che spesso diamo alle famiglie è che il momento della nanna sia sempre accompagnato da un rituale, che si ripete ogni sera, per fare in modo che riconoscano il momento, così da non costringerci a molti richiami per ricordarlo. Un modo può essere quello di lavarsi prima di cena, che dovrebbe essere presto e possibilmente sempre alla stessa ora e magari indossare già il pigiamino, che è di per se un messaggio che anticipa quello che verrà dopo, poi ci si lava i dentini e si va in camera con mamma o papà che ci leggerà o racconterà una fiaba (solo una) magari con una candelina accesa, tendendoci la manina o carezzandoci dolcemente.  Accompagnare i vari momenti della giornata con dei rituali aiuta a rispettare i limiti senza doversi arrabbiare, sapendo però che i bambini, che sono per natura curiosi, proveranno sempre a superarli. Ma se li abituiamo a un ritmo ben preciso e ripetuto, non sarà necessario ricorrere a minacce o altri metodi costrittivi.

Chi come me è nato negli anni 60 sa benissimo cosa vuol dire. Ogni bambino della mia generazione andava a dormire dopo Carosello che avveniva puntualmente alle 9.00 della sera. Al di là del fatto, più che discutibile, che si trattava di una serie di spot pubblicitari, era un’abitudine talmente assodata, che non c’era bisogno, e neanche lontanamente il desiderio, di discutere. Dopo Carosello si andava a letto e basta. Era un ritmo collettivo, di tutti i bambini Italiani.

Per quello che riguarda dormire nel letto di mamma e papà è un capitolo che potrebbe essere infinito e aprire discussioni interminabili. Io ho due figli. Il primo ha dormito con noi per metà della notte fino ai quattro anni. La seconda a 6 mesi dormiva nel suo lettino, nella sua camera, con suo fratello. Ogni bambino è diverso da un altro e anche le situazioni e i periodi storici. Pertanto non aprirò una discussione su questo argomento se non per ricordare di non annullarsi totalmente per amore dei nostri figli ma di pensare anche a noi stessi e alla coppia perché, è scientificamente provato che due genitori felici sono gli educatori migliori del mondo.

Una delle cose più importanti che noi adulti dovremmo coltivare per i nostri figli e per noi stessi, è la presenza. Ma non intesa solo come presenza fisica. Se noi siamo presenti a noi stessi e facciamo in modo che le cose siano sempre pronte al momento giusto, daremo sicurezza ai nostri piccoli che potranno così abbandonarsi serenamente al sonno.

 

L’incontro con il nostro bambino amplifica i sensi, risveglia un sentire antico, selvatico, e ri-scoprirlo è una possibilità che ci viene data e che dovremmo davvero cogliere. Il suo arrivo ci obbliga a rallentare e anche se può sembrare faticoso stare dentro quel tempo lento, dovremmo proprio imparare a farlo, perché è in quel tempo senza tempo che scorre la vita vera.

“Coltivare la presenza” di Francesca Vacca.


Ed ecco come sempre la mia amica Chiara, con le sue domande che ci portano ad approfondire l’argomento:

Chiara) L’alimentazione serale quanto è importante? Ci solo alimenti che non si dovrebbero dare prima della nanna? 

La classica tazza di latte con i biscotti è corretta?

Dolziana) La cena in teoria dovrebbe essere leggera, a base di verdure e carboidrati che tendenzialmente conciliano il sonno. Sarebbe meglio evitare gli zuccheri e anche i latticini non sono di facile digestione e lo sappiamo bene, anche se a volte facciamo finta di dimenticarlo, che più si mangiano cibi pesanti più si fa fatica a dormire. Se è così per noi adulti figuriamoci quanto può esserlo per i bambini.

C) Quali attività non si devono fare la sera? 

Ad esempio guardare un cartone e poi andare a nanna va bene o meglio una favola? 

D) Non è che un cartone la sera faccia veramente male, ma vuoi mettere quanto è più rilassante una fiaba raccontata o letta con la candelina accesa e mamma che ti accarezza la manina mentre te la legge. Un cartone poi tira sempre un altro cartone. Perché creare un contesto per un conflitto o una discussione quando se ne può fare a meno? Prima di cena invece, mentre mamma o papà preparano da mangiare, potrebbe essere il momento giusto per vedere un piccolo cartone scelto con cura da noi adulti. Potremmo qualche volta coinvolgere i bimbi nei preparativi, magari tagliando le verdure e il pane, apparecchiando la tavola in modo carino per tutta la famiglia, con dei fiori come centrotavola educandoli così alla cura e all’attenzione verso gli altri e coltivando il gusto per le cose belle. Andrebbero a dormire con la bella sensazione di essere stati di aiuto, riconoscendo la loro importanza all’interno del nucleo familiare.

 C) Mi pongo ancora una domanda, l’ambiente dove il bimbo dorme deve essere rilassante. Avere tanti peluche comporta molte distrazioni o se sono bimbi con paure del buio possono aiutare?

D) Più giochi hanno e più il sistema neurosensoriale viene stimolato. Se l’ambiente dove dorme il bambino è ordinato, pulito, con colori tenui e pochi giochi scelti con cura il bambino dormirà più tranquillamente. Il pupazzetto preferito per dormire è bello che ci sia, ma sarebbe meglio fosse solo uno e potrebbe anche non essere un pupazzo. Delia, una bambina a cui ho fatto da baby sitter anni fa aveva fatto di una maglia della sua mamma il suo peluche preferito per dormire. La sua mamma, mia amica ancora oggi, mi ha detto che ne ha ancora un pezzo da qualche parte. Delia ha 22 anni.

C) Le paure notturne, tipo il buio o la solitudine possono emergere come giustificazioni per dormire con i genitori e ottenere attenzioni? 

Come si può aiutare i bimbi a non averle? 

D) Le paure notturne, pavor nocturnus, sono delle alterazioni del sonno infantile che si risolvono con la crescita. Sono manifestazioni di puro terrore che angosciano molto i genitori mentre i bambini il più delle volte neanche si ricordano dell’episodio. Alvaro Bilbao ne parla molto chiaramente nel libro, citato nel testo. Le semplici paure del buio o di rimanere da solo in camera si risolvono con l’amore e con l’affetto e con la rassicurazione da parte dei genitori. Io, con mio figlio, che aveva paura che di notte arrivassero i lupi o i draghi, avevo disegnato un cartello con un segno di divieto di ingresso, con su scritto: “VIETATO L’INGRESSO AI LUPI E AI DRAGHI”. Non è stato di certo il cartello, di per se, ad averlo tranquillizzato, ma il fatto di aver prestato attenzione e aver creduto alla sua paura e ad averla accolta cercando con lui una soluzione.

C) Penso anche ai genitori separati con due case differenti, immagino anche due ritmi differenti; questo può portare i piccoli a non riposare bene?

D) Idealmente sarebbe meglio che i ritmi fossero gli stessi per una questione di coerenza e per non confondere il bambino ma soprattutto per non fornirgli strumenti a cui attaccarsi per non andare a letto quando è il momento giusto per loro; come ben sappiamo i bambini hanno delle speciali antenne che captano perfettamente quando i genitori sono in disaccordo sulle questioni educative. Ci mettono costantemente alla prova per vedere dove stiamo e qui che ci viene in aiuto la presenza di cui parlo.

Ma ogni situazione è diversa da un’altra e nessuno di noi può giudicare quello che accade in una famiglia. Quello che dobbiamo interiorizzare, come educatori ma soprattutto come esseri umani, è che ognuno di noi fa del suo meglio per gestire la vita dei figli e la propria. Questo ci deve bastare, sapendo che possiamo sempre migliorare, dialogando e lavorando insieme.

Buon riposo!

Maestra Dolziana